Cosa vuol dire avere una casa accessibile?
Noi di Case Ospitali crediamo che essere un bravo host voglia dire offrire una accoglienza realmente inclusiva per tutte e tutti gli ospiti che vorranno soggiornare nella vostra casa, per far vivere loro l’esperienza di viaggio che – come sappiamo bene – inizia dal sentirsi a casa.
È importante sapere che in questo modo, oltre ad essere umanamente più aperti ad ospitare TUTTI, si impara ad allargare il vostro pubblico, aprendovi a nuovi target che magari, fino ad ora, non avevate considerato possibili. Cosa vuol dire: “allargare il vostro target”? Essere consapevoli che le e gli ospiti sono davvero tutte e tutti uguali: nel genere, nell’etnia e nelle abilità. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che l’accoglienza può esprimersi in molti modi differenti e non può essere generalizzata, perché sono i bisogni ad essere differenti. Essere a conoscenza di aspetti pratici e non sottovalutarli, aiuta a gestire l’accoglienza e a far vivere un’esperienza unica alle vostre e ai vostri ospiti. In questo articolo tratteremo il tema della disabilità nell’ambito turistico, pensando ad una clientela con disabilità motorie.
Il turismo accessibile è il turismo che pone l’accessibilità per le persone con disabilità al centro dell’esperienza di viaggio, attraverso strutture e servizi che lo rendono possibile. Il turismo accessibile non può essere solo abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali, ma deve concentrarsi anche sull’abbattimento delle barriere sociali, in modo da far godere della possibilità di viaggiare, alloggiare e prendere parte ad eventi senza incontrare problematiche o difficoltà rispetto all’autonomia di movimento e senza rinunciare a sicurezza e comfort. Il turismo accessibile dovrebbe essere il mezzo più idoneo per favorire l’incontro dell’offerta dell’impresa turistica e la richiesta di ospitalità turistica, incentivando un’accessibilità trasparente, senza fossilizzarsi su una visione del mondo medico-ospedaliera, facendo in modo di non etichettare la struttura “dedicata a…” e garantendo l’autonomia di scelta della persona.
Riguardo la vostra casa, pensate alle barriere architettoniche che si possono trovare all’esterno della struttura (scale, vialetti, accessi, ascensori, illuminazione notturna) e all’interno (gradini, dislivelli, spazi tra letto e armadio troppo stretti, tappeti, pavimenti sdrucciolevoli, scale interne) e riflettete se qualcuno di questi può essere eliminato semplicemente o con piccoli interventi, come spostare i mobili per creare più spazio, usare una passerella per superare i gradini, adeguare l’illuminazione dei percorsi esterni. Relativamente ai disimpegni, invece, si possono prevedere adeguati spazi di spostamento dotati di porte scorrevoli, utili non solo all’anziano e al disabile ma anche a chi trasporta valigie e alle donne in gravidanza.
Così la vostra casa potrà essere ricercata anche da persone con problemi di deambulazione, anziani, persone che hanno un temporaneo impedimento come un gesso ad una gamba e permettere il soggiorno a molti più viaggiatori.
Scrive Valentina Tomirotti, giornalista e utilizzatrice di carrozzina “In viaggio, mi sento a casa quando posso vivere un’esperienza senza dover rinunciare a qualcosa: preparami da sola un caffè senza chiedere niente a nessuno. Casa è: muovermi liberamente per la struttura senza aver paura di incastrare le mie ruote o quando al mattino, in bagno, riesco a specchiarmi e inizio la giornata scegliendo il mio rossetto preferito.”
(fonte: Guida all’accoglienza accessibile – Airbnb)