Locazioni brevi: aggiornamenti sui contratti
Locazioni brevi: aggiornamenti sui contratti
L’Agenzia delle Entrate ha introdotto nuove disposizioni per i soggetti che si dedicano alle locazioni brevi, vale a dire i contratti relativi ad immobili ad uso abitativo stipulati tra privati, di durata non superiore a trenta giorni, meglio conosciute come “affitti Airbnb”.
Questa formula, che sappiamo essere di enorme successo, genera in tutto il mondo obblighi e controlli sempre più stringenti a livello locale e nazionale, volti da una parte a limitare la crescita indiscriminata di questa modalità di accoglienza turistica nei centri storici delle città, per evitarne lo snaturamento, dall’altra a circoscrivere il fenomeno dell’abusivismo e dell’evasione fiscale da parte degli host.
In questo caso, lo scopo dell’Agenzia delle Entrate è quello di raccogliere ulteriori informazioni sul contratto stipulato e di identificare con più esattezza l’immobile tramite nuovi dati che il locatore dovrà trasmetterle ogni anno in aggiunta a quelli già previsti dalla normativa; questi ultimi sono: nome, cognome e codice fiscale del locatore, la durata del contratto, l’importo lordo della locazione e l’indirizzo dell’immobile.
Con il provvedimento dello scorso 17 marzo, a partire dal 2023 sarà obbligatorio inserire anche i dati catastali dell’unità immobiliare affittata e l’anno di locazione.
Naturalmente sarà vincolante comunicare tali informazioni anche nel caso in cui il contratto sia stato stipulato da un intermediario, a sua cura, sia esso un Property Manager o un’agenzia immobiliare o una piattaforma specializzata, quale appunto Airbnb, oppure un’OTA – On line Travel Agency – come Booking.com.
(fonte: Giulia Carosella)